
La denatalità non deve spaventare
La denatalità non deve spaventare!
Ne sono consapevole: è una opinione contro corrente. D’altro canto, vi ho parecchio abituato alle opinioni contro corrente!
La denatalità flagella, senza eccezioni, tutti i paesi sviluppati. Ho già raccontato in un precedente articolo le reali cause della denatalità (e come il benessere economico e gli aiuti di genere non faranno che piegare ulteriormente l’asticella della fertilità). Oggi tuttavia appaio a voi con presagio di buona ventura. Aprite le orecchie perciò, e assaporate la buona novella!
La principale preoccupazione legata alla denatalità è legata alla questione previdenziale. Chi ci pagherà le pensioni? Due sono le posizioni politicamente dominanti, e trattandosi di argomenti duali, apparentemente partenti il fenomeno nella sua totalità, non profittano dell’opportunità di esplorare altri lidi. L’argomento degli uni avoca l’urgenza di colmare il deficit umano delle culle vuote, importando masse di immigrati. La parte avversa prontamente risponde che ciò degradrebbe il tessuto sociale e securitario del paese, disgregandone la stabilità dall’interno. Chi è presso il vero?
La terza via
L’Italia è oggi affetta da un germe, una grave infezione cronica che permea l’anima del paese con esiti esiziali. Il nome della malattia è legalismo. Non perché l’italiano medio, o la generica burocrazia italica siano votati allo stretto ossequio della giurisprudenza. E’ affatto il contrario: è la giurisprudenza a libare deliberatamente la linfa vitale del paese, incancrenedolo sino alle radici!
Oggi, la forza lavoro prevalente nel paese, è burocrazia impiegatizia. Financo i lavori più insospettabili ne sono contaminati. Questo o quel centro di formazione, questa o quella cancelleria, questo o quello studio di commercialisti. Tutto orbita attorno alla asfissiante e inutilmente ridondante burocrazia italica, assorbendo a sé personale connivente e inutilmente specializzato a ricoprire mansioni altrimenti inutili, ma cucite ad hoc, all’uopo di giustificare l’esistenza di figure professionali vacue e improduttive.
Serve forza lavoro? Ecco la forza lavoro!
La rivoluzione della IA
Tutti i mestieranti di cui sopra, riducono drasticamente la produttività del paese.
Il loro lavoro è inutile e ripetitivo, al punto che anche una scimmia adeguatamente ammaestrata potrebbe portare a termine. Quale altra tecnologia ha la fama di sbrigare routine inutili e ripetitive? Ebbene sì! L’IA! E peraltro lo fa anche gratuitamente!
L’IA promette di spodestare tutti i legulei della nazione che di privilegi e burocrazia campano. Scippiamogli il pane da bocca! Il lavoro sia offerto solo a chi riesce a produrre del reale valore aggiunto.
Esautoriamo notai, burocrati, passacarte, etc.
Qualcuno obietterà: chi di IA ferisce, di IA perisce. Prima o poi toccherà a tutti perdere il lavoro.
Ebbene, è proprio questo il punto di questa riflessione. La forza lavoro entro qualche anno non occorrerà più. Immediata deduzione: la denatalità non è più un problema. Le pensioni non le pagheranno gli immigrati e nemmeno i figli non nati. Le pensioni le pagheranno le macchine, e le ricchezze saranno redistribuite. Con ciò non intendo agitare lo spauracchio di un comunismo de facto, dacché una elite tecnica seguiterà a governare i processi di apprendimento delle macchine. Sarà tuttavia proprio quella elite a rappresentare la nuova classe dirigente!
Scenari futuri
La tecnica procurante porterà nell’immediato futuro un drastico calo negli indici di natalità. Questo perché, come giustificato nell’articolo già citato, quelle donne e quegli uomini che si costringevano a generare prole allo scopo di sugellare il vincolo matrimoniale, potranno dedicarsi alla vita libertina che da sempre sognavano. Continueranno a riprodursi solo quegli individui che genuinamente desiderano un figlio. In questa prospettiva, se l’istinto materno fosse un tratto trasmissibile geneticamente, tenderebbero ad essere generati individui altrettanto desiderosi di allevare figli, risolvendo definitivamente il problema della natalità.
Insomma, la denatalità non deve spaventare, let things be!